La chiesa di S. Martino, ampliata nel XVI secolo sulla base di un oratorio quattrocentesco secondo disegni attribuibili a Giovanni Beretta, presenta una notevole varietà di stili: navata e coro medioevali, torre cinquecentesca e sopraelevazione barocca, facciata ottocentesca. Un 'adeguata opera di restauro, tra il 1957 e il 1969, ha saputo uniformare i vari corpi. Genuina è senz'altro la grandiosa torre campanaria (la sola lanterna è ottocentesca) che, sia nelle sagome delle cornici come nel robusto zoccolo a scarpa, rivela la mano di Giovanni Beretta: la data in pietra sulla facciata ovest indica il suo compimento (1563). All'interno, l'ampia navata conduce con una bella sequenza di altari marmorei e in scagliola verso lo splendido altare maggiore settecentesco, ornato nel coro da preziosi stucchi barocchi, che reca la grande pala di Antonio Ciseri (qui nato nel 1821) raffigurante S. Martino vescovo. Dei tre altari laterali quello dedicato a S. Rocco proviene dalla bottega dei Pancaldi (1770-1780), quello della Madonna del Rosario di forme neoclassiche è stato rinnovato in marmo da Bernardo Giudici nel 1788 ( la statua lignea della Madonna è del 1810) e infine quello dell'Addolorata pur essendo del 1797 presenta nelle strutture generali forme secentesche. Alcuni frammenti di affreschi rivelano la mano del fecondo maestro Antonio da Tradate (1492): sono riconoscibili nella parete di fondo del coro a destra, nella zona sud, nella teoria degli Apostoli e nelle allegorie dei Mesi.